Il giorno 10 luglio 2025 il Collegio ha organizzato una visita tecnica alla sede della Protezione Civile della Regione Veneto. Ci hanno accolto l’Assessore Regionale all’Ambiente, Clima, Protezione civile e Dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin con il Direttore della Direzione Protezione Civile, Sicurezza e Polizia locale Tommaso Settin, e i loro collaboratori.
L’assessore Bottacin ha fatto un’ampia introduzione, illustrando la struttura regionale e le sue molteplici attività, rimarcando il ruolo centrale della Regione, e la lunga e consolidata esperienza della struttura: la Regione Veneto si dotò di una legge sulla protezione civile già nel 1984, ben otto anni prima dell’entrata in vigore della legge nazionale.
Successivamente Tommaso Settin ha illustrato il programma della giornata e ha presentato i relatori che si sono susseguiti per illustrare le attività della struttura.
Rolando Rizzolo e Silvia Gomiero hanno parlato del Servizio nazionale e del Servizio Regionale della Protezione Civile;
Silvia Cremonese ha illustrato il sistema di allertamento e l’organizzazione del Centro Funzionale Decentrato (CFD);
Paola Barbato ha illustrato la gestione delle emergenze e l’organizzazione della sala operativa di coordinamento regionale delle emergenze (Co.R.Em.);
Rocco Mariani e Alice Lemessi hanno illustrato l’organizzazione della Colonna Mobile (CMR) e l’impiego del volontariato;
Matteo Cella ha parlato degli aspetti amministrativi legati soprattutto ai contributi risarcitori e infine Tommaso Settin ha illustrato il ruolo dei professionisti nelle emergenze.
Tre sono i livelli in cui possono essere classificate le emergenze, alle quali corrispondono tre diverse autorità:
Le azioni della Protezione Civile comprendono principalmente quattro ambiti di attività: le attività di Prevenzione, le attività di Previsione e mitigazione dei rischi, la Gestione delle emergenze vera e propria e il Superamento delle emergenze. Le tipologie dei rischi sono le più varie, vanno dal rischio idraulico e idrogeologico, neve e valanghe, temporali intensi, vento forte, ondate di calore, al rischio sismico, ai maremoti, al deficit idrico, agli incendi boschivi, ai rischi industriali, nucleari ed epidemiologici.
Per quanto riguarda i rischi idraulici ed idrogeologici, le previsioni meteo sono il primo punto della catena di allertamento. Sono seguite dall’ARPAV, che dispone della rete di rilevazione e dei radar meteorologici, e si avvale della modellistica curata dall’Università di Padova. L’elaborazione dei dati viene effettuata dal Centro Funzionale Decentrato, che valuta gli effetti sul territorio e formula gli scenari di rischio, con la conseguente emissione di avvisi per informare i sindaci e le principali strutture interessate agli eventi in previsione. Il territorio regionale è stato suddiviso in 8 zone di allerta, che corrispondono grosso modo ai principali bacini idrografici. Le allerte possono essere classificate in tre categorie, in ordine di rischio crescente: allerta gialla, allerta arancione e allerta rossa.
L’evoluzione degli eventi è seguita da un sistema di monitoraggio costante che in situazioni di particolare rischio è attivo H24.
Un ruolo di vitale importanza viene svolto dai volontari della Protezione Civile, che vengono chiamati nei casi di emergenza per portare soccorso nelle aree colpite, spesso anche fuori del territorio regionale. Nel Veneto si contano oltre 550 organizzazioni di volontariato, che coinvolgono oltre 18.000 volontari. La protezione Civile Regionale ed il volontariato vengono coinvolti anche per particolari eventi come, per esempio, il Giubileo dei giovani a Roma.
I volontari si avvalgono di attrezzature proprie e soprattutto delle attrezzature di cui dispone la Protezione Civile, stoccate in alcuni Centri e Presidi dislocati nella Regione. Si tratta di automezzi, mezzi pesanti, macchine operatrici, carrelli e rimorchi attrezzati, mezzi speciali con allestimenti particolari, motopompe, generatori di corrente elettrica, torri faro, tende, imbarcazioni, attrezzature specialistiche.
Si tratta quindi di un sistema complesso e molto delicato, che deve funzionare perfettamente e con grande rapidità, e richiede quindi un’organizzazione perfetta.
Al termine delle relazioni abbiamo visitato la Sala Operativa Regionale e il Centro Funzionale Decentrato.
Si è trattato di una visita molto interessante ed esaustiva, che ci ha permesso di affacciarci a un mondo complesso e fondamentale per garantire la sicurezza del nostro territorio e dei cittadini in un tempo nel quale, complici i cambiamenti climatici, gli eventi calamitosi si presentano con frequenze sempre maggiori.
Un sentito ringraziamento va all’assessore Gianpaolo Bottacin, al Direttore Tommaso Settin e ai loro collaboratori per l’accoglienza e l’illustrazione del sistema.
L’assessore Bottacin ha fatto un’ampia introduzione, illustrando la struttura regionale e le sue molteplici attività, rimarcando il ruolo centrale della Regione, e la lunga e consolidata esperienza della struttura: la Regione Veneto si dotò di una legge sulla protezione civile già nel 1984, ben otto anni prima dell’entrata in vigore della legge nazionale.
Successivamente Tommaso Settin ha illustrato il programma della giornata e ha presentato i relatori che si sono susseguiti per illustrare le attività della struttura.
Rolando Rizzolo e Silvia Gomiero hanno parlato del Servizio nazionale e del Servizio Regionale della Protezione Civile;
Silvia Cremonese ha illustrato il sistema di allertamento e l’organizzazione del Centro Funzionale Decentrato (CFD);
Paola Barbato ha illustrato la gestione delle emergenze e l’organizzazione della sala operativa di coordinamento regionale delle emergenze (Co.R.Em.);
Rocco Mariani e Alice Lemessi hanno illustrato l’organizzazione della Colonna Mobile (CMR) e l’impiego del volontariato;
Matteo Cella ha parlato degli aspetti amministrativi legati soprattutto ai contributi risarcitori e infine Tommaso Settin ha illustrato il ruolo dei professionisti nelle emergenze.
Tre sono i livelli in cui possono essere classificate le emergenze, alle quali corrispondono tre diverse autorità:
- Emergenze ordinarie, che fanno riferimento al Sindaco del comune coinvolto;
- Emergenze di rilievo regionale, che fanno riferimento al Presidente della Regione;
- Emergenze di rilievo nazionale, per le quali la competenza spetta al presidente del Consiglio dei Ministri.
Le azioni della Protezione Civile comprendono principalmente quattro ambiti di attività: le attività di Prevenzione, le attività di Previsione e mitigazione dei rischi, la Gestione delle emergenze vera e propria e il Superamento delle emergenze. Le tipologie dei rischi sono le più varie, vanno dal rischio idraulico e idrogeologico, neve e valanghe, temporali intensi, vento forte, ondate di calore, al rischio sismico, ai maremoti, al deficit idrico, agli incendi boschivi, ai rischi industriali, nucleari ed epidemiologici.
Per quanto riguarda i rischi idraulici ed idrogeologici, le previsioni meteo sono il primo punto della catena di allertamento. Sono seguite dall’ARPAV, che dispone della rete di rilevazione e dei radar meteorologici, e si avvale della modellistica curata dall’Università di Padova. L’elaborazione dei dati viene effettuata dal Centro Funzionale Decentrato, che valuta gli effetti sul territorio e formula gli scenari di rischio, con la conseguente emissione di avvisi per informare i sindaci e le principali strutture interessate agli eventi in previsione. Il territorio regionale è stato suddiviso in 8 zone di allerta, che corrispondono grosso modo ai principali bacini idrografici. Le allerte possono essere classificate in tre categorie, in ordine di rischio crescente: allerta gialla, allerta arancione e allerta rossa.
L’evoluzione degli eventi è seguita da un sistema di monitoraggio costante che in situazioni di particolare rischio è attivo H24.
Un ruolo di vitale importanza viene svolto dai volontari della Protezione Civile, che vengono chiamati nei casi di emergenza per portare soccorso nelle aree colpite, spesso anche fuori del territorio regionale. Nel Veneto si contano oltre 550 organizzazioni di volontariato, che coinvolgono oltre 18.000 volontari. La protezione Civile Regionale ed il volontariato vengono coinvolti anche per particolari eventi come, per esempio, il Giubileo dei giovani a Roma.
I volontari si avvalgono di attrezzature proprie e soprattutto delle attrezzature di cui dispone la Protezione Civile, stoccate in alcuni Centri e Presidi dislocati nella Regione. Si tratta di automezzi, mezzi pesanti, macchine operatrici, carrelli e rimorchi attrezzati, mezzi speciali con allestimenti particolari, motopompe, generatori di corrente elettrica, torri faro, tende, imbarcazioni, attrezzature specialistiche.
Si tratta quindi di un sistema complesso e molto delicato, che deve funzionare perfettamente e con grande rapidità, e richiede quindi un’organizzazione perfetta.
Al termine delle relazioni abbiamo visitato la Sala Operativa Regionale e il Centro Funzionale Decentrato.
Si è trattato di una visita molto interessante ed esaustiva, che ci ha permesso di affacciarci a un mondo complesso e fondamentale per garantire la sicurezza del nostro territorio e dei cittadini in un tempo nel quale, complici i cambiamenti climatici, gli eventi calamitosi si presentano con frequenze sempre maggiori.
Un sentito ringraziamento va all’assessore Gianpaolo Bottacin, al Direttore Tommaso Settin e ai loro collaboratori per l’accoglienza e l’illustrazione del sistema.