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Le Porte Vinciane nel territorio Veneziano

ChiusadiMoranzaniCon piacere pubblichiamo questo breve articolo redatto dal nostro collega Maurizio Pozzato Past President del Collegio.

Leonardo da Vinci (di cui nel 2019 si sono celebrati i 500 anni dalla morte), unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi geni dell'umanità, si è occupato dei più disparati campi dell'arte ma anche della conoscenza: è più difficile trovare una materia od un argomento di cui non si sia occupato nella vita piuttosto che il contrario.

Perciò si vuole in questo breve intervento ricordare la figura di Leonardo attraverso quello che ha lasciato come testimonianza nel nostro territorio, vicino alla nostra città.

Ora qui a Venezia non esistono opere o realizzazioni dirette progettate da Leonardo, il quale, essendosi dedicato anche agli studi idraulici, risulta che abbia collaborato anche con la Repubblica di Venezia per la sistemazione (opere di difesa e di navigabilità) del fiume Brenta; d'altra parte è noto che la Serenissima si sia occupata del fiume Brenta sin dal '300 per oltre cinque secoli con opere idrauliche straordinarie finalizzate soprattutto alla deviazione del suo corso terminale al di fuori della laguna veneta per impedire l'impaludamento della stessa con i conseguenti problemi di carattere sanitario per Venezia. Comunque un suo intervento può anche essere stato possibile, considerata anche la sua fama di progettista nel campo dell'idraulica, ma non si conoscono opere realizzate su suo progetto.

Purtuttavia il nostro territorio è cosparso di testimonianze indirette della sua presenza attraverso una nota invenzione a lui attribuita: le cosiddette porte vinciane.

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La Conca Incoronata

Si tratta di uno sbarramento mobile inserito in un corso d'acqua di cui sfrutta la variazione di livello.   Funziona come due comuni porte a battente, incernierate su due muri di spalla, che possono muoversi liberamente all'interno del corso d'acqua quando il livello risulta costante, con un impegno di energia abbastanza limitato a vincere gli attriti e la turbolenza dell'acqua. Le due porte si possono chiudere l'una contro l'altra ma con un angolo interno di circa 120°, formando una sorta di punta di una freccia vista in pianta: quando il livello aumenta, dalla parte della punta della freccia, la spinta dell'acqua assicura la tenuta anche per mezzo di opportune guarnizioni.

Una soluzione ingegnosa ma molto semplice.

Da numerosi disegni contenuti nei codici sappiamo che Leonardo è sempre stato attirato dall'acqua e dalle opere idrauliche, alle quali si dedicò in particolare durante la sua lunga permanenza a Milano. La città già da almeno tre secoli era attraversata da un sistema di canali artificiali (i navigli), progettati a scopo difensivo ma utilizzati poi per le attività artigianali e per la navigazione.

Non ci poteva essere un luogo più adatto per esercitare il suo ingegno: Leonardo si sbizzarrisce progettando macchine utensili a sfruttare l'energia dell'acqua, ad inventare una draga per scavare il fondo dei canali, ma si dedica soprattutto a superare i problemi della rete dei navigli, in particolare il sistema delle conche, necessarie per consentire la comunicazione ed il passaggio di natanti tra bacini di diverso livello.

La conca progettata da Leonardo è costituita da due sbarramenti stagni realizzati con le porte vinciane sopra descritte che racchiudono un invaso: sulle porte sono inseriti due portelli comandati dall'alto che consentono il passaggio dell'acqua per il principio dei vasi comunicanti.

In pratica quando, ad esempio, un natante deve scendere dal tronco di monte a quello di valle, si esegue il riempimento della conca aprendo i portelli a monte, ed una volta raggiunta la parità dei livelli le porte possono essere aperte consentendo l'ingresso del natante; chiuse quindi le porte di monte e scaricata l'acqua della conca attraverso i portelli delle porte di valle fino ad eguagliare il livello interno a quello del tronco di valle, le porte di valle possono essere aperte consentendo al natante di transitare liberamente nel tronco inferiore. Il complesso delle operazioni descritte costituisce la manovra chiamata concata.

Ovviamente la stessa manovra può essere effettuata al contrario per consentire ad un natante di salire dal tronco a valle a quello a monte.

Una applicazione simile ma con funzione diversa delle porte vinciane riguarda la chiavica, manufatto idraulico che interrompe la comunicazione tra due corpi idrici: attraverso il varco così presidiato le acque di scolo provenienti dalla campagna si scaricano nel fiume in periodo di magra con le porte aperte, mentre in caso di piena le porte della chiavica si chiudono impedendo così alle acque fluviali di allagare le campagne poste a quota inferiore al livello di piena. Se al posto del fiume abbiamo il mare o una laguna vale lo stesso principio mentre la variazione di livello è dovuta all'escursione della marea.

Sketch of a miter gate by Leonardo Da Vinci ca 1490 Codex Atlanticus C Veneranda Q320
Un progetto di Leonardo

Naturalmente nel corso di 500 anni la tecnica si è evoluta ed affinata consentendo di affrontare problemi sempre più grandi, ma il principio ispiratore resta lo stesso.

Come esempio ricordo solo il canale di Panama, considerato l'8° meraviglia del mondo, una delle più grandi opere di ingegneria idraulica, che ha consentito di creare un passaggio navigabile tra l'oceano Atlantico e l'oceano Pacifico, con il passaggio attraverso sei conche di navigazione a superare un dislivello di 27 metri, tagliando in due il continente americano e consentendo di ridurre sensibilmente i tempi ed i costi di navigazione.

Ma tornando al nostro territorio, noi possiamo ritenerci fortunati poiché nell'area che circonda Venezia sono presenti un numero straordinario di opere idrauliche che la Repubblica Serenissima ha realizzato nel corso dei secoli, attraverso l'ingegno e l'opera di illustri tecnici, per governare le acque presenti sia a fini militari, ma anche e soprattutto per favorire in particolare la navigazione e lo scambio delle merci e dei materiali da costruzione all'interno del proprio territorio: un esempio per tutti, il trasporto della pietra trachite dei Colli Euganei per realizzare le pavimentazioni della città.

Alla fine di questa breve descrizione suggerisco di andare a vedere direttamente alcune di queste opere attraverso una simpatica escursione da farsi anche in bicicletta.

Una prima proposta è la visita all'isola di S. Erasmo, la più grande isola della laguna veneta, considerata l'orto di Venezia: qui sono presenti varie decine di chiaviche a difesa del prezioso terreno agricolo, e di queste almeno una decina sono realizzate con porte vinciane.

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La Conca Moranzani

Un secondo itinerario da percorrere facilmente e piacevolmente in bicicletta può portare alla Conca di Moranzani (tra Malcontenta e Fusina), il manufatto al termine del sistema dei canali navigabili dell'entroterra tra Padova e Venezia che consente l'accesso alla laguna veneta attraverso le porte vinciane e che è possibile vedere in movimento nel corso della giornata.

 E' questa una località oggi al margine della zona industriale di Porto Marghera, ma che ha vissuto nei secoli passati periodi di grande splendore, legata alla presenza dei manufatti idraulici e degli edifici dedicati alle varie funzioni: innanzitutto la conca con le sue porte vinciane costruita all'inizio del '600, dove transitavano tutte le merci dall'entroterra dirette a Venezia, che pagavano il dazio presso l'edificio della Palada; nella stessa località confluiva anche il canale Seriola che portava le acque dolci e pure prelevate dal Brenta a Dolo per l'approvvigionamento idrico di Venezia, canaletta ancora oggi in parte visibile con una piacevole escursione in bicicletta.

Per chi infine vuole approfondire il funzionamento delle porte vinciane delle conche di navigazione non resta che fare la bellissima gita tra Padova e Venezia con la motonave Burchiello, che nel suo percorso attraversa le cinque conche, tutte munite di porte vinciane, che consentono di superare il dislivello di 12 metri che separa le due città.