tra natura e tecnologia, un nuovo paradigma per l’involucro edilizio
Dal 11 al 13 settembre 2025 si è svolta a Venezia la terza edizione del Performance-Based Façade Design (PBFD), una piattaforma internazionale dedicata all’innovazione progettuale e tecnologica nel campo delle facciate, organizzata e perfettamente gestita dalla nostra collega Angela Mejorin.L’edizione di quest’anno ha esplorato il tema “Technology Meets Nature”, indagando il ruolo delle tecnologie avanzate e dell’ispirazione naturale nella definizione dell’involucro architettonico contemporaneo. Il programma ha visto la partecipazione di esperti, progettisti, ingegneri e aziende leader a livello mondiale, che hanno presentato progetti e riflessioni capaci di delineare le direzioni future per facciate sempre più performanti, intelligenti e sostenibili.
Tecnologia e bellezza secondo Zaha Hadid Architects
A inaugurare il seminario è stato Michele Pasca di Magliano, Director di Zaha Hadid Architects, con una keynote dedicata alla dimensione umanistica e sistemica dell’architettura. Attraverso esempi come il Masterplan Napoli Porta Est o il Morpheus Hotel a Macao, ha mostrato come la progettazione della facciata non sia solo un’espressione formale, ma una connessione attiva tra città, edificio e utenti.
Secondo Pasca di Magliano, la bellezza deve essere considerata una vera e propria prestazione architettonica: nonostante i costi iniziali possano essere più elevati, il ritorno in termini di valore sociale, culturale e immobiliare è ampiamente giustificato. Ha inoltre sottolineato come la progettazione contemporanea debba ispirarsi ai principi dell’organizzazione naturale, capaci di generare complessità e armonia attraverso strutture semplici ma altamente efficienti.
Il vetro prende forma: Sedak e la rivoluzione tridimensionale
Un altro momento di grande rilievo è stato l’intervento di Joan Tarrús, che ha illustrato le ultime innovazioni di Sedak nel campo del vetro curvo tridimensionale. La possibilità di produrre pannelli multicurvi temperati, senza la necessità di stampi tradizionali, consente oggi di superare i limiti geometrici delle facciate tradizionali e offrire nuove libertà espressive ai progettisti.
Attraverso esempi come The Henderson a Hong Kong o la sede L’Oréal a Parigi, Tarrús ha mostrato come le forme complesse ispirate alla natura, una volta considerate impossibili o troppo onerose, siano ora realizzabili con precisione industriale, senza rinunciare a trasparenza, efficienza energetica e resistenza strutturale.
Timber, digital twin e circolarità: la proposta di Staticus
Laura Craft, di Staticus, ha presentato il sistema Hybrid Unitised Façade (HUF), una facciata prefabbricata che integra strutture in legno ingegnerizzato e reti di sensori ambientali. Il primo progetto realizzato con questo approccio, il Textiltorget a Stoccolma, ha dimostrato come l’impiego di legno e materiali ibridi possa ridurre fino al 65% la carbon footprint rispetto ai sistemi in alluminio.
Il sistema è inoltre in grado di creare un vero e proprio digital twin, monitorando in tempo reale variabili come temperatura, umidità e pressione. Staticus sta inoltre esplorando specie legnose a crescita rapida, come il salice, per garantire un approccio sempre più circolare e resiliente.
Ombra senza elettricità: SOMBRA, il padiglione cinetico di Metadecor
Una delle installazioni più innovative è stata SOMBRA, presentata da Caroline Kruit per Metadecor, all’interno della Biennale di Architettura. Si tratta di una facciata cinetica non elettrica, capace di adattarsi automaticamente alla luce solare utilizzando robotica pneumatica alimentata dal calore solare.
Il sistema sfrutta piccoli cuscinetti d’aria che si gonfiano con il calore, attivando meccanismi ispirati al movimento delle ali delle farfalle. Il risultato è una facciata zero-carbon, completamente passiva, che reagisce all’ambiente in modo naturale ed elegante. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con ARUP, Airshade Technologies, AMOLF Institute, e altri partner internazionali.
Design per il freddo estremo: le facciate in vetroresina di GlasCurtain
Peter Dushenski, CEO di GlasCurtain, ha portato l’attenzione su un contesto spesso trascurato: le regioni artiche e sub-artiche. Con temperature che scendono fino a -60°C, progettare involucri efficienti e accoglienti diventa una sfida estrema.
Nel progetto per il Nunavut Arctic College a Iqaluit (Canada), GlasCurtain ha utilizzato telai in fibra di vetro termicamente interrotti, altamente resistenti e con elevate prestazioni termiche. Oltre ai vantaggi tecnici, la vetroresina offre vantaggi in termini di sostenibilità (riciclabilità) e comfort visivo, mantenendo alti livelli di luce naturale – fondamentale per il benessere mentale in ambienti con luce limitata.
Ingegneria e artigianato per New York: la torre secondo Simeon
Un momento centrale della seconda giornata è stato l’intervento di Andrea Mazzocco, Technical Director di Simeon, che ha presentato il progetto di una nuova torre residenziale di Selldorf Architects, attualmente in costruzione a New York City.
Il progetto si distingue per una facciata high-performance, che coniuga rigore tecnico e artigianato di eccellenza. L’involucro è caratterizzato da elementi in terracotta pressata, realizzati in Toscana, che conferiscono al sistema di facciata un’identità materica unica, combinando estetica, durabilità e performance energetica.
Mazzocco ha approfondito la complessità ingegneristica del sistema, evidenziando come l’integrazione tra la tradizione manifatturiera italiana e le più avanzate tecnologie digitali abbia permesso di rispondere alle esigenze di precisione e logistica imposte da un cantiere verticale nel cuore di Manhattan.
La presentazione ha offerto uno sguardo approfondito su come design architettonico e ingegneria costruttiva possano dialogare in modo virtuoso per dare forma a soluzioni tecnicamente raffinate, sostenibili e culturalmente rilevanti.
Qui un breve video riassuntivo dell'iniziativa:
I contributi emersi a PBFD 2025 hanno chiaramente dimostrato che la facciata non è più un semplice elemento tecnico, ma un dispositivo attivo capace di interagire con l’ambiente urbano, con il clima e con gli utenti.
Tecnologie come il vetro curvo 3D, i materiali ibridi, i sistemi cinetici non elettrici, la sensorizzazione in tempo reale e l’integrazione tra design e natura aprono la strada a una nuova generazione di involucri: intelligenti, adattabili, sostenibili e resilienti.
PBFD si conferma così un osservatorio privilegiato per anticipare i trend dell’edilizia di domani e costruire ponti concreti tra ricerca, industria e pratica professionale.