Il Prof Lamberto Briseghella, già docente di dinamica delle costruzioni all’Università di Padova e allo IUAV di Venezia, nonché collaudatore del MOSE, ha così illustrato le potenzialità dell’infrastruttura per la ricerca sui fenomeni di idrodinamica e corrosione.
Siamo infatti di fronte a una situazione unica e irripetibile che consente il confronto tra dati sperimentali su scala grande e piccola e la verifica dei risultati dei modelli; In questo modo, oltre a verificare la correttezza del processo progettuale e costruttivo, si potranno acquisire strumenti utili a future progettazioni di grandi applicazioni idrauliche.
Per la realizzazione del MOSE sono state eseguite dal Consorzio Venezia Nuova un’enorme quantità di opere in calcestruzzo e acciaio, palancole, paratoie, sistemi dinamici di nuova concezione: questo insieme costituisce un’infrastruttura di grande complessità che dovrebbe essere monitorata e studiata da una struttura universitaria. Anche i temi dell’idrodinamica dovrebbero essere oggetto continuo di studi approfonditi: la grande mole di dati sperimentali ottenuti dal Consorzio e dal Provveditorato dovrebbero essere messi a disposizione della comunità scientifica per essere confrontati con quelli osservati sul modello del Centro Sperimentale di Modelli Idraulici di Voltabarozzo e con quelli dei modelli numerici.
Oltre allo studio dei fenomeni idrodinamici, l’insieme delle opere permette di osservare il comportamento dei diversi materiali in acqua e quindi di approfondire i fenomeni di corrosione e di biocorrosione, con analisi e controllo del monitoraggio esistente della protezione catodica stilando delle mappe probabilistiche sulle aree più a rischio e approfondendo aspetti specifici quali la penetrazione dei cloruri nei calcestruzzi o gli effetti degli organismi sulforogeni sugli acciai.
Visto con gli occhi del ricercatore, il MOSE appare dunque come una enorme infrastruttura per la ricerca.
La presentazione del Prof Lamberto Briseghella
Il file della presentazione